«Con l’accordo di Parigi ci siamo impegnati a contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali. La maggior parte dei nostri Paesi ha rinnovato questo impegno nelle recenti riunioni del G20. Tuttavia, dobbiamo essere onesti nei confronti di noi stessi: stiamo venendo meno a questa promessa. Se continuiamo con le politiche attuali, raggiungeremo quasi tre gradi di riscaldamento globale entro la fine del secolo con conseguenze catastrofiche».
Questa è la preoccupata dichiarazione del nostro Presidente del Consiglio che, attraverso un videomessaggio al Forum delle maggiori economie sull’energia e il clima (Mef), non manca di tirare le orecchie alle maggiori economie mondiali per aver spesso disatteso gli appelli della comunità scientifica internazionale. Le reali preoccupazioni sui cambiamenti climatici pare abbiano finalmente raggiunto anche i piani alti della politica internazionale, probabilmente l’unico ambito nel quale è possibile prendere provvedimenti efficaci e condivisi.
Per stare al solo caso italiano, Draghi ha evidenziato come «l’’Italia sta fronteggiando l’innalzamento del livello del mare a Venezia e lo scioglimento dei ghiacciai sulle Alpi», auspicando un atteggiamento più coerente e reattivo da parte di tutti: «Non possiamo semplicemente contare sugli altri: dobbiamo tutti fare la nostra parte. In ambito Ue, abbiamo fissato obiettivi ambiziosi per ridurre le emissioni e raggiungere la neutralità climatica. Dobbiamo onorare gli impegni presi in materia di clima e, in alcuni casi, essere pronti a prenderne di più audaci».
Proprio a fine giugno l’Unione Europea ha difatti annunciato che l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 diverrà legge europea, avendo concluso la procedura di adozione della norma.
A proposito di neutralità climatica, e per fare il punto della situazione, la Fondazione per lo sviluppo sostenibile ha diffuso, attraverso Italy for climate, un dossier che analizza le prime dieci tendenze sul clima in Italia, prendendo in esame il periodo pandemico, tra buone e cattive notizie:
- Nel 2020 Pil in picchiata: la più grave recessione dal dopoguerra
- In trent’anni appena metà del taglio delle emissioni di gas serra necessario al 2030
- Calano tutti i consumi energetici, ma i combustibili per i trasporti più degli altri
- Le rinnovabili non crescono da quasi un decennio e nel 2020 tornano a diminuire
- Nuove rinnovabili elettriche, siamo molto lontani dai 7.000 Mw necessari
- Carbone ai minimi storici, emissioni da elettricità le più basse di sempre
- Cala e cambia la mobilità delle persone, si moltiplica lo smart working
- Boom di vendite di auto ibride ed elettriche, crollo di diesel e benzina
- Rebound: con la fine delle restrizioni consumi ed emissioni di nuovo su
- La crisi climatica morde: in Italia le temperature crescono più che nel resto del mondo
Il report completo lo potete trovare qui