Da una decina d’anni Symbola (Fondazione per le qualità italiane) e Unioncamere collaborano nella produzione di “Io sono cultura”, un progetto di ricerca che racconta il valore economico e sociale delle imprese che operano nel settore culturale e creativo, a ragione ritenuto per il nostro Paese un driver dell’economia e della qualità.
Cultura e bellezza in Italia sono tratti identitari radicati nella società e nell’economia e grazie alla loro forte relazione con la manifattura hanno dato vita a una delle più forti identità produttive del mondo, il Made in Italy. Oggi, a un anno e mezzo dallo scoppio della pandemia e in piena fase di ricostruzione e ripartenza, le industrie culturali e creative sono tra i settori più strategici per facilitare la ripresa economica e sociale italiana.
La peculiarità del rapporto sta nell’approccio innovativo nell’analisi e nell’aggregazione dei dati: estesi all’industria manifatturiera che si è lasciata contaminare da cultura e creatività per aumentare il valore dei propri prodotti, invece di analizzare la ricchezza generata dalla filiera della cultura unicamente attraverso il patrimonio storico-artistico, le imprese del sistema produttivo culturale e creativo, le performing arts e le arti visive.
L’edizione 2021 del report (particolarmente interessante perché riferita al 2020, anno pandemico) è stata presentata recentemente alla presenza del Ministro della cultura, Dario Franceschini. Gli effetti nefasti della pandemia emergono tutti, salvo l’eccezione di alcuni comparti che hanno visto aumentare le proprie performance per via dell’inevitabile incremento del digitale e dell’home entertainment ai tempi del lockdown.
Questa crisi ha comportato un allargamento della forbice tra Nord e Sud del Paese, premiando invece l’area metropolitana di Milano e la Lombardia per incidenza di ricchezza e occupazione prodotte (sul podio anche Roma e Torino).
In ogni caso la ricerca conferma la centralità della filiera culturale e creativa, grazie a 84,6 miliardi di euro di valore aggiunto prodotti e poco meno di 1,5 milioni di persone occupate; valori che, rispettivamente, incidono per il 5,7% e il 5,9% sull’intera economia italiana e, se valorizzate in modo strategico, possono costituire il volano della ripartenza nazionale, così come commenta Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola: “L’Italia deve essere protagonista del nuovo ‘Bauhaus’ voluto dalla Commissione Europea per rinsaldare i legami tra cultura, creatività, produzione, scienza, tecnologia e affrontare la transizione verde”.
Con la cultura non solo si mangia, ma si respira futuro!
Il report completo lo potete trovare qui